Catechesi per Adulti

Secondo incontro


LA RESURREZIONE DELLA CARNE . LA VITA ETERNA.

 

 


1. LA RESURREZIONE DELLA CARNE
La fede nella Resurrezione è un elemento essenziale della nostra fede cristiana; al centro della nostra fede
c’è l’annuncio di Gesù crocifisso e risorto, quello che vien chiamato kerygma (annuncio di fede).
Ma la Resurrezione, nella fede della Chiesa, è il buon annuncio che riguarda non solo Gesù ma anche tutti
noi. «Come possono dire alcuni tra voi che non esiste risurrezione dei morti? Se non esiste risurrezione dai morti, neanche
Cristo è risuscitato! Ma se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede [...].
Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti» (1 Cor 15,12-14.20).
Scrive ancora Tertulliano La risurrezione dei morti è la fede dei cristiani: credendo in essa siamo tali. Certo essa
costituisce uno scandalo; Paolo nella prima predicazione all’Areopago di Atene si vede deriso quando
inizia a parlare di resurrezione, ma qualcuno inizia a seguirlo e ad interrogarsi sulle sue parole, perché
infondo da sempre nel cuore dell’uomo la domanda sulla morte ha costituito un argomento forte ed
imprescindibile. Umanamente la morte non ci appartiene. Non è desiderabile, stride con la nostra intima
vocazione all’eternità.
Così la chiesa fi da subito si fa annunciatrice di questa nostra partecipazione al mistero della risurrezione
di Gesù, partecipazione che riguarda anche la modalità concreta del nostro risorgere in lui, infatti con Rm
8, diciamo che: «Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai
morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi» (Rm 8,11).
La risurrezione non riguarderà soltanto la nostra anima, ma anche il nostro corpo. Questa coscienza si è
sviluppata progressivamente nella Scrittura, la sua più chiara esplicitazione si ha nel libro dei maccabei
anche se non mancano riferimenti importanti nei libri sapienziali.
Ai tempi di Gesù alcuni gruppi avevano fede nella resurrezione dei morti (farisei) mentre alcuni non lo
ritenevano possibile (sadducei). Gesù corregge questi ultimi dicendo che essi non conoscono le Scritture
né la potenza di Dio (cfr. Mc 12,24) perché Dio non è Dio dei morti ma dei vivi (Mc 12,27)

2. COSA SIGNIFICA MORIRE ?
La morte, è la drammatica separazione dell’anima e del corpo; essa è il termine della vita terrena e non
avviene “indolore” ma con il progressivo invecchiamento o con la malattia che pone un fine alla nostra
esistenza nel tempo; la morte provoca una riflessione nel cuore dell’uomo, essa viene enunciata nel libro
del Qoelet: «Ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza [...] prima che ritorni la polvere alla terra, com'era
prima, e lo spirito torni a Dio che lo ha dato» (Qo 12,1.7).
Vi è dunque un momento in cui la nostra anima si stacca dal corpo e si incontra con Dio; essa viene come
sciolta dal corpo per essere con Cristo (Fil 1,23). E’ la fine del pellegrinaggio terreno ed non appare in
alcun modo compatibile con la fede cristiana l’idea di una nuova esperienza terrena poiché come dice la
Lettera agli ebrei “E’ stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta” (Eb 9,27). La reincarnazione non esiste.
Essa ha fatto parte di alcune distorsioni della fede anche cristiana dei primi secoli ma non ha mai trovato
alcuna conferma né nella Scrittura né nella Tradizione.
Infine sappiamo che la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo (Sap 1,13), essa non era prevista
nel disegno della creazione, ma è conseguenza del peccato, Paolo dice suo salario (Rm 6,23).
La Chiesa ci incoraggia a prepararci all'ora della nostra morte («Dalla morte improvvisa, liberaci, Signore »:
antiche Litanie dei santi), a chiedere alla Madre di Dio di intercedere per noi «nell'ora della nostra morte» («
Ave Maria ») e ad affidarci a san Giuseppe, patrono della buona morte:

3. COSA È LA RISURREZIONE ?
Se questa è la morte la nostra risposta è la Resurrezione; dopo la separazione dell’anima dal corpo con la
conseguente corruzione del corpo, l’anima va incontro a Dio in attesa di essere ricongiunta con il corpo
resuscitato; tale resurrezione avverrà alla fine dei tempi.
Chi risorge? La resurrezione riguarda tutti gli uomini, «Usciranno [dai sepolcri], quanti fecero il bene per una
risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna » (Gv 5,29).
Come risorgeremo? Il corpo risuscitato avrà elementi di continuità con il corpo reale che possediamo ora;
anche Gesù in qualche modo quando risorge si presenta così: «Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprioio!» (Lc 24,39); tuttavia vi sono anche elementi di diversità importanti: se è vero che «tutti
risorgeranno coi corpi di cui ora sono rivestiti », (Gaudium et Spes, 18)) tuttavia corpo sarà trasfigurato in
corpo glorioso, (574) in « corpo spirituale » (1 Cor 15,44): «Ma qualcuno dirà: "Come risuscitano i morti? Con
quale corpo verranno?". Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore, e quello che semini non è il corpo che
nascerà, ma un semplice chicco [...]. Si semina corruttibile e risorge incorruttibile. [...] È necessario infatti che questo corpo
corruttibile si vesta di incorruttibilità e questo corpo mortale si vesta di immortalità» (1 Cor 15,35-37.42.52-53).
Non sappiamo come questo avverrà, la modalità trascende le nostre capacità conoscitive.

4. CREDO LA VITA ETERNA
L’antica preghiera del Proficisce che si recita ai morenti esprime in modo compiuto la fede della Chiesa circa
la vita eterna; « Parti, anima cristiana, da questo mondo, nel nome di Dio Padre onnipotente che ti ha creato, nel nome di
Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo, che è morto per te sulla croce, nel nome dello Spirito Santo, che ti è stato dato in dono; la
tua dimora sia oggi nella pace della santa Gerusalemme, con la Vergine Maria, Madre di Dio, con san Giuseppe, con tutti
gli angeli e i santi. [...] Tu possa tornare al tuo Creatore, che ti ha formato dalla polvere della terra. Quando lascerai questa
vita, ti venga incontro la Vergine Maria con gli angeli e i santi. [...] Mite e festoso ti appaia il volto di Cristo e possa tu
contemplarlo per tutti i secoli in eterno ».
In questo passaggio ed incontro accade quello che viene chiamato Giudizio particolare: ossia quel
particolare e personalissimo incontro di ogni anima con la misericordia di Dio ed una verifica circa
l’effettiva accoglienza da parte di ciascuno della Grazia divina apparsa in Cristo (cfr CCC 1021). Il Nuovo
Testamento pur parlando preferenzialmente del giudizio finale ci testimonia anche quello particolare (cfr
Lazzaro ed il ricco) per il quale si da’ una immediata retribuzione a ciascun’anima.
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IL CIELO: chi muore nella grazia e nell’amicizia di Dio o si è già purificato, anche prima della
risurrezione dei corpi potrà vedere Dio faccia a faccia (cfr. 1 Gv 3,2) contemplandolo così come egli
è! Questa è la vita eterna, la piena conoscenza di Dio, dell’amore del Padre per Cristo nello Spirito
Santo. Vivremo in Cristo ma non perdendo la nostra identità, ma piuttosto vivendola in pienezza
senza limite alcuno, partecipi della vita stessa di Dio.

LA PURIFICAZIONE: circa quanti muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio ma non sono
perfettamente purificati, prima della piena partecipazione alla vita divina essi vivono una fase di
purificazione di cui abbiamo traccia nel Vangelo di Matteo laddove si dice che vi è una colpa che non
sarà perdonata né in questo secolo né in quello futuro (Mt 12,31) lasciandoci capire che esiste per
alcune mancanze la possibilità di una purificazione futura. Abbiamo poi il racconto del libro dei
Maccabei (2 Macc 12) che ricorda e fonda la prassi di offrire preghiere e sacrifici per i defunti; da qui
anche l’abitudine santa di far celebrare sante Messe in suffragio per i defunti.

L ’INFERNO: l’uomo in questa condizione di piena libertà può anche scegliere deliberatamente di
chiudersi in vita alla misericordia di Dio; l’auto esclusione dalla beatitudine eterna coincide con
l’irrevocabile destino di essere per sempre separati da Dio come scritto in Mt 25, via lontano da me
maledetti nel fuoco eterno.... La chiesa insegna conformemente alla Scrittura l’esistenza e la
perpetuità dell’inferno preparato per il Diavolo ed i suoi angeli. Esso consiste nella privazione di Dio
e di ogni bene perché tutti da lui derivano. La predicazione sull’inferno è un appello alla responsabilità
dei credenti e alla conversione. Nessuno è predestinato all’Inferno ma tutti abbiamo il dovere di
pregare per noi stessi e per gli altri di essere salvati come ben ricorda il canone romano Accetta con
benevolenza, o Signore, l'offerta che ti presentiamo noi tuoi ministri e tutta la tua famiglia: disponi nella tua pace i
nostri giorni, salvaci dalla dannazione eterna, e accoglici nel gregge degli eletti
L’ultima verità di fede riguarda il Giudizio finale: quando tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la
voce di Dio e saranno chiamati a risorgere; questo coincide con la seconda venuta di Gesù quando egli
apparirà una seconda volta e dinnanzi alla sua Verità tutto sarà chiaro e manifesto. Tutto sarà
definitivamente ricapitolato in Cristo anche il cosmo sarà trasfigurato nella medesima e perfetta armonia.
Dio solo conosce quel giorno, la nostra attesa è dunque occasione per esercitare la fedeltà e la vigilanza
impegnandoci nelle opere che costituiscono motivo per noi di arricchimento interiore.
«Laudato si, mi Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullo omo vivente po’ scampare. Guai a quelli che
morranno ne le peccata mortali!; beati quelli che trovarà ne le tue sanctissime voluntati, ca la morte seconda no li farrà male».

 

 

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